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Memory is in the surface of landscape racconta il rapporto tra gli insediamenti umani, lo sfruttamento ambientale e il paesaggio naturale all’interno di un territorio circoscritto come quello della Valcellina.
Il lavoro si è sviluppato nell’arco di qualche mese a cavallo fra la fine del periodo di chiusura invernale e la riapertura turistica della stagione estiva, per meglio analizzare l’influenza del turismo sul territorio. La riflessione dell’autore non vuole essere una mera descrizione della situazione corrente, ma intende associare anche un valore sociale alla ricerca fotografica.
In questo senso è stata fondamentale l’integrazione di materiale d’archivio per documentare la trasformazione e le modifiche subite dal territorio nel corso degli anni. La superficie custode della memoria collettiva si sviluppa sia in senso letterale nella fotografia di paesaggio, sia nel valore materico e bidimensionale delle immagini d’archivio.