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Can an immaterial boundary based on ideology and politics divide a people?
At the end of the Second World War, against the will of almost all the Korean population, the United States and the Soviet Union decided to occupy their territory and transform it into respective areas of influence, dividing the Korean peninsula in two along the 38 parallel.
During the Korean War (1950-1953), the first episode of international tension in the "cold war", the two Koreas fought for supremacy and control of the entire peninsula, But after three years of fighting, hundreds of thousands of lost between military and civilian victims, the two factions used the last battle front as a border. Since then, millions of citizens have been unable to see their family members stuck across the dividing line again.
The DMZ (Korean Demilitarized Zone) is the buffer zone between North Korea and South Korea, which intersecting the 38th parallel, divides the two nations into an impassable border 250 kilometers long and 4 wide.
Although the border between the two states is inhibited by civilians and armies, the respective borders beyond this area make DMZ the most dangerous and militarized territory in the world.
I wanted, through the technology and tools of Google Street View, to make an impossible journey otherwise, going through the most contested territory in the world to "virtually join" two territories separated for 70 years now. A journey through communities, villages, disabled areas and military areas. In "do not cross the yellow line" I narrate a single territory in which daily life flows slowly, in which the soldiers preside over checkpoints and panoramic outposts allow the two sides of the borders to observe each other, at a safe distance.
But also a single territory in which horizons appear distorted and a sense of expectation pervades the communities. A desire for union and justice that can only be filled through virtual experience.
ITA
Può un confine immateriale, basato su ideologia e politica, dividere un popolo?
Al termine del secondo conflitto mondiale, contro il volere di quasi tutta la popolazione coreana, Stati Uniti e Unione Sovietica decisero di occupare il loro territorio e trasformarlo in zone rispettive d’influenza, dividendosi la penisola coreana in due lungo il 38 parallelo.
Durante la guerra di Korea (1950-1953), primo episodio di tensione internazionale della “guerra fredda”, le due coree si affrontarono per la supremazia e il controllo dell’intera penisola, Ma dopo tre anni di combattimenti, centinaia di migliaia di perdine tra militari e vittime civii, le due fazioni utilizzarono come confine l’ultimo fronte della battaglia. Da allora milioni di cittadini non hanno potuto più rivedere loro familiari rimasti bloccati oltre la linea di demarcazione.
La DMZ (Zona demilitarizzata coreana) è la zona cuscinetto tra Corea del Nord e Corea del Sud , che intersecando il 38° parallelo, divide le due nazioni in un confine invalicabile lungo 250 chilometri e largo 4.
Seppur il confine tra i due stati sia inibito a civili ed eserciti, i rispettivi confini oltre tale zona fanno della DMZ il territorio più pericoloso e militarizzato del mondo.
Ho voluto, attraverso la tecnologia e gli strumenti di Google Street View, compiere un viaggio impossibile altrimenti, percorrendo il territorio più conteso al mondo per “unire virtualmente” due territori separati da ormai 70 anni. Un viaggio attraverso comunità, villaggi, aree disabilitate e zone militari. In “ non oltrepassare la linea gialla” racconto un unico territorio in cui la vita quotidiana scorre lentamente, in cui militari presidiano checkpoint e avamposti panoramici permettono ai due lati del confini di osservarsi, a debita distanza.
Ma anche un unico territorio in cui gli orizzonti appaiono distorti e un senso di attesa pervade le comunità. Un desiderio di unione e giustizia al momento colmabile solo attraverso l’esperienza virtuale.